“Figlio dell’Uomo”
è una riflessione narrativo-musicale per riflettere sul cammino di Gesù verso la croce con gli occhi del Cireneo
“Che ad esser sordi, certe volte, forse ne vale la pena! Urla… grida… pianto… qualcosa stava accadendo! Di grave! La curiosità di andare, di spingermi, di curiosare! Fossi stato sordo non avrei ascoltato nulla… e non ci sarei andato… nessuna curiosità! Ma ci sentivo… e, per di più, bene! Risate devastanti… passi veloci… rantoli gravi!”
Una strada irrompe in quella del Cireneo, un incontro inaspettato, i suoi piedi accelerano la corsa verso un passaggio di storia e si ritrova come narratore di un tempo e di un uomo, testimone di un incontro e di una scelta. Per tutti è il Cireneo, l’uomo che veniva dai campi! Simone, il Cireneo padre di Alessandro e Rufo! Fu caricato di un peso… per condividerne un altro! Un invito il suo ad ascoltare prima di essere Cirenei: ascoltate! Ascoltate le grida, i lamenti, i ricordi! Ascoltate il pianto, il cielo oscurato, la morte! Ascoltate la spada, la madre, l’amore!.
Un percorso di suoni, canzoni, narrazioni che invita lo spettatore ad una forte proposta. Mettersi nel ruolo del Cireneo, nella vita ordinaria, esortandolo a caricarsi della croce che appartiene alla vita di ognuno. Portare la croce vuol dire scoprire che quell’uomo, il Nazareno, Gesù Cristo, nella quasi totalità di un percorso obbligatorio, porta la croce con ogni uomo. È proprio la croce piantata a terra, innalzerà verso il cielo.